L'open source non è un gioco
In questo interessante articolo Gianluca Martinuz, attuale Head of Information Security and Fraud Management di FinecoBank illustra le soluzioni software adottate dalla banca del Gruppo Unicredit.
In particolare mi piace il loro approccio tendente a non scegliere esclusivamente la via del closed o dell'open source (nell'ottica del bene e del male) ma a creare un mix di tecnologie. Come lo stesso Martinuz afferma "Nelle nostre scelte non ci facciamo guidare dall’ origine del software, ma dalle necessità applicative.
Quindi analizziamo i vantaggi e i rischi delle diverse alternative e architetturali".
Inizialmente l'open source ha interessato l'infrastruttura di networking (email server, DNS server, firewall) poi si è adottato Linux come sistema operativo per il portale web dei servizi bancari e infine si è giunti allo sviluppo applicativo vero e proprio.
Molte soluzioni sono sviluppate internamente da uno specifico team utilizzando tool e tecnologie "aperte" come Red Hat JBoss, Hibernate, Spring, Apache Velocity, Apache Jakarta, Docker, Maven, Subversion, Jenkins, Sonatype, Nexus, MySql, MongoDB e Memcache.
Insomma l'open source non è un gioco ma la base su cui poggiano anche business di un certo livello. Tenetelo a mente la prossima volta che qualcuno lo liquiderà come un semplice svago per nerd o un puro esercizio di stile accademico.